La consultazione psicologica nella scuola

Pubblicazioni

Marco Vinicio Masoni
La consultazione psicologica nella scuola
Psicologia sociale e clinica - Collana diretta da Erminio Gius e Alessandro Salvini.

Presentazione di Alessandro Salvini

Marco Vinicio Masoni appartiene ad una nuova generazione di psicologi clinici che, dotati di una certa irriverenza verso le forme istituzionalizzate e paludate della pratica terapeutica, hanno esplorato e sperimentato con successo il passaggio da un modello psichiatrico/psicoanalitico ad uno strategico/interazionista. Se nel primo modello l'enfasi è sulla diagnosi nosografia, sull'eziopatogenesi e la cura delle dinamiche intrapsichiche patologiche, nel secondo l'attenzione è spostata sulla risoluzione del problema personale attraverso il cambiamento di quei processi mentali e comportamentali che lo mantengono in vita.
Ciò comporta un salto epistemologico. Das un lato una verità storica con i suoi determinismi, che legano tra di loro fatti biografici, vicissitudini evolutive, dinamismi intrapsichici e patologia personale. Dall'altro una verità narrativa, costruita dal soggetto in modo attivo, con le sue ragioni, significati e intenzioni, la cui trama di azioni e di discorsi produce le situazioni e gli stati mentali che sperimenta. In un caso il soggetto subisce gli effetti patologici di eventi incontrollabili, nell'altro caso l'individuo concorre a creare certi eventi e stati problematici, peraltro mantenendoli nel tentativo di risolverli.
In altre parole se la pedagogia d'ispirazione psicoanalitica o scio-ambientale, parla di un ragazzo a cui " è stato fatto qualcosa", il modello strategico/interazionista guarda a un ragazzo che "sta qualcosa". Se la prima è una convinzione che attribuisce alla concatenazione degli accadimenti una realtà oggettiva, la seconda è un costrutto a cui viene conferito un valore pragmatico; un "come se", il cui grado di adeguatezza ( e non di verità) è dato dalla sua capacità di configurare gli eventi in modo da far sì che l'individuo possa  essere indotto a cambiarne gli effetti.
I contenuti di questo libro, stimolante e provocatorio nelle sue proposte e indicazioni, suggeriscono una consulenza psicologica il cui scopo è di  creare le condizioni perché il ragazzo, ma anche l'adulto, possano modificare i propri schemi d'azione e di conseguenza la percezione di sé, degli altri e del mondo.
Le tattiche e le strategie proposte da Masoni, e ampiamente sperimentate, si basano sulla capacità che hanno certe forme di comunicazione interpersonale nel modificare i sistemi rappresentazionali delle persone. Ovvero quei  sistemi  che presiedono alla categorizzazione, all'attribuzione di significati, all'uso di costrutti interpretativi che portano alla edificazione di vere e proprie realtà socio-psicologiche.
Gli aspetti pragmatici del linguaggio, opportunamente esaltati attraverso le potenzialità illocutorie della comunicazione, e gli effetti ristrutturanti dell'azione - quando "fare è dire" e viceversa - danno modo allo psicologo di cambiare nelle persone il modo di valutare e percepire gli eventi problematici in cui sono rimaste impigliate.
Ovviamente, come ci fa osservare puntualmente Masoni, il modello strategico/interattivo, ha fini circoscritti ( e forse per questo efficaci). L'autore è molto chiaro nell'indicare che le finalità degli interventi che propone non hanno intenti paternalistici, protettivi, emancipatori, volti a indirizzare il giovane che sbaglia, o che sta male, verso le "giuste scelte", gli "alti valori", gli "atteggiamenti maturi", che presumono l'esistenza di verità assolute. Il ragazzo deviante, problematico o sofferente, non è neanche considerato un malato, una vittima di inadeguatezze educative, o il risultato di anomali tratti di personalità. Queste prospettive non aiutano a produrre dei cambiamenti del comportamento o degli stati mentali problematici.
 Le strategie che Masoni ci suggerisce hanno fini più circoscritti,  mirati anche ad ottenere  risultati verificabili in tempi brevi.
Le "mosse" che lo psicologo fa implicano diversi obiettivi, per esempio riuscire a cogliere le "teorie" e i "generi narrativi" attraverso cui il ragazzo costruisce i suoi repertori d'azione, i significati che attribuisce agli eventi, gli scopi che persegue legati alle rappresentazioni di sé. Teorie e narrazioni che non nascono nel vuoto, ma all'interno di contesti di relazione privilegiati, di credenze e di gruppi di riferimento.
Partendo dal presupposto che solo ciò che ci perde può salvarci, lo psicologo utilizza, più che contrastare, le teorie e i generi narrativi attraverso cui il ragazzo elabora il proprio senso di identità, mettendolo in condizione di entrare ed uscire dai vari "ordini morali" entro cui è impigliato, o da cui è tiranneggiato o disorientato. Difatti aggirando il sistema di coerenza (difensivo), che ogni sistema di costrutti istituisce a mantenimento della stabilità delle rappresentazioni di sé, è possibile indurre successivamente il ragazzo alla loro ristrutturazione.
Masoni richiama  opportunamente ed efficacemente anche all'importanza dell'ascolto. Atto che implica un particolare modo di disporsi dell'adulto nei confronti del ragazzo e del suo problema. Si tratta di orientare l'ascolto su certi particolari, al fine di trovare il modo dio portare il ragazzo a modificare le sue rappresentazioni.
Provocazioni, prescrizioni paradossali, suggestioni,  dissociazioni ed un'ampia serie di tecniche vengono presentate ed esemplificate da Masoni, in modo sempre pertinente e con uno stile incisivo.
Ma anche nell'ascoltatore più neutrale l'ascolto induce all'automatismo del "giudizio di valore". Riflesso di cui non è facile  liberarsi e che il ragazzo può sentire come valutazione critica, rifiuto della sua verità o lontananza dai suoi stati emotivi. Nei casi peggiori il ragazzo può assorbire la valutazione negativa dell'adulto, accentuando il senso della propria diversità. Da ciò la necessità di evitare il trabocchetto del "giudizio/diagnosi", per non finire col prestare " più attenzione al ragazzo come problema che al problema del ragazzo". Solo così può essere evitata la deprecabile inclinazione degli psicologi tradizionali di nascondere i propri  giudizi personali e professionali dietro il linguaggio psicodiagnostico.
Questo è un libro che va letto più per apprendere un metodo, un certo stile di pensiero, un modo particolare di gestire la comunicazione, che come un manuale volto ad insegnare alcune tecniche. Libri che dovrebbe essere letto con lentezza, lasciando opportuni varchi alla simulazione mentale, a rispecchiamenti e riflessioni del tipo "a questo punto io cosa direi?", e poi confrontarsi con il percorso, la tattica prospettata dall'Autore. Ma anche in questo caso il lettore dovrebbe avere l'avvertenza di : a) focalizzarsi su certi presupposti teorici e sistemi concettuali che costituiscono le matrici, il modo di ascoltare ed agire indicato dall'Autore. Modo di volta in volta mutevole, da adeguare alle situazioni e ai problemi sempre diversi; b) considerare che l'equazione personale dello psicologo è una risorsa che non dovrebbe essere appiattita dall'uso stereotipato e imitativo delle strategie proposte. L'uso intelligente della propria soggettività, del carisma, dell'empatia e della creatività personale, costituiscono il medium necessario per applicare quanto il libro propone.
In altre parole "se vuoi vedere impara ad agire".

Alessandro Salvini