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I compagni di scuola di Beethoven scrissero: "Stupiva di lui il fatto che a scuola non imparasse assolutamente nulla".
Poi, però ..."Beethoven, scrivendo il 2 novembre 1809 ai suoi editori Breitkopf e Hartel, per sollecitare l'invio, oltre che di numerose partiture di Bach, Haydn, e Mozart, di testi letterari fra cui figuravano Omero, Euripide, tutto Goethe, tutto Schiller ( i suoi "poeri favoriti"), Ossian e Wieland, afferma: "Non c'è quasi trattato che sia troppo dotto per me. Senza presumere di possedere una vera erudizione io mi sono sforzato fin dall'infanzia di comprendere il pensiero dei migliori e dei più saggi di ogni tempo. Vergogna all'artista che non considera una colpa il non spingersi almeno così lontano"

da Luigi Magnani, Beethoven nei suoi quaderni di conversazione, Einaudi. Torino, 1975