star bene a scuola

Star bene a scuola. Come fare? E a chi va rivolta la domanda? A te , ADULTO, credo che tocchi soprattutto a te rispondere. I grandi cambiamenti degli ultimi tre decenni hanno consentito la comparsa di generazioni di giovani assai diverse da quelle precedenti. Una nuova dignità (Sì, dignità) e nuove rabbie si presentano a un adulto stupito e incapace troppo spesso di capire quel nuovo mondo. Le competenze acquisite dagli adulti nella loro adolescenza osservando i loro genitori e i loro maestri si rivelano sempre più inadeguate con le nuove generazioni. Da qui le nuove difficoltà della scuola e della famiglia. La novità della situazione però non viene colta, si ritiene che davanti alla comparsa di nuovi problemi si possa reagire rispolverando antichi strumenti educativi. Non c’è riforma, tentativo di riforma, inizio di riforma o correzione di riforma di questi ultimi quindici anni che faccia riferimento a quanto sono cambiati i ragazzi. Eppure il dato è vistoso, ed è riassumibile con un termine assai semplice e noto: disubbidienza, una sorta di indicatore esplosivo del nascere di nuove dignità e nuove rabbie cui si accennava poc’anzi. Nel frattempo in tutto il mondo occidentale la scula si presenta in forte crisi ( in America dilagano le home school, la rinuncia cioè da parte delle famiglie all’invio a scuola dei figli, apparendo ormai la scuola luogo pericoloso e sconveniente, con conseguente scelta di un istruttore privato. Si salvano le realtà educative ( poche) nelle quali si fa tesoro di questa regola antica, anche se da poco predicata: se vuoi che l’altro cambi, smetti di dare ordini e cambia te stesso. Se pensiamo alla scuola possiamo tradurre così: non è cambiando le discipline, non è aggiungendo o togliendo i computer, non è privilegiando una materia rispetto a un’altra, non è risolvendo antiche questioni sindacali, che salveremo la scuola rendendola appetibile ai giovani, ma curando con nuove attenzioni, con nuovi strumenti educativi, con nuove competenze, la relazione con gli studenti. Cioè cambiando davvero. Ma l’idea non sembra passare per le teste dei nostri politici. A porta a porta,( ultima puntata ? non lo so, lo guardo così poco) è esplosa un’idea che sembra entusiasmare tutti: m e r i t o c r a z i a , per dio! Con quella sì che l’Italia cambia e che avremo studenti adatti alle sfide del futuro. Sono d’accordo anch’io. È sul destinatario della predica che non concordo. Se , quei signori avessero detto che quindi occorre premiare la scuola efficace, l’insegnante capace, chi riesce a motivare e a “catturare” i giovani ( no, non con le vetrine dei POF), se avessero detto che occorre una grande svolta e che le discipline, le regole, lo star bene a scuola passano dalla relazione, da nuove attenzioni e che va premiato e incoraggiato chi va in quella direzione , avrei sfondato il video per abbracciarli. Ma no, chi deve “meritare “ è lo studente. Quei signori non sanno che la loro meritocrazia premierebbe gli obbedienti, i “contenti così”, i furbi che sanno arrangiarsi, quelli con “le idee chiare” e non quel numero crescente di ragazzi particolarmente intelligenti, sensibili, che non sopportano una scuola che non capisce, che non rispetta, che ancora comanda secondo schemi deamicisiani. Certo che ci sarebbero anche ragazzi che “meritano”, ma che fare con quelli ritenuti non meritevoli, per esempio con questo ragazzo che non va più a scuola da un anno ( ha abbandonato a 15 anni perché la sentiva opprimente) e che mi porta uno scritto dicendomi: non so se so scrivere, ho buttato giù un racconto…no, non ho mai letto niente di quello che mi davano a scuola, suono la chitarra e scrivo… Vi riporto qui sotto un brano, scelto a caso , del suo racconto, tanto per mostrarvi lo stile di un non meritevole.

Il ragazzo ha appena compiuto i sedici anni.

 

…nascosta, dai passi d’inclemente marcia scandita da battiti di guerrieri metronomi, sgominati fuori tempo, cammina a stento impacciato, un profilo di nube vaporosa azzurrognola. Lineamento umano. Femmineo. Una nuvola di ragazza. Nuvola di Fiammetta Jhonsen; plumbea aiutante. Aiuta a far morire. Fiammetta è l’adolescente, estirpata, rapita, intrigata dal puro macabro pensiero. Drogata persa d’eroinarassegnatezza ed ammiratrice esperta di malscolpite sculture di solitudine. Sboccanti sguardi svaniti, immersi chissadove. Overdose di caramellati sogni, come se piovesse. Ma la cosa che veramente ti lascia di sasso… È la sua belluria. Un distillato volto di rose e lamponi, coperto da un manto di blando fumo d’incertezza, che la rende ancora più stellante…

Mi sembra di sentirvi, certo che lo scritto è giovanile, certo che è barocco e ridondante, naturale, si tratta di un ragazzo non meritevole! (ah, nel dubbio, vi assicuro, il ragazzo non si droga)