Piaget e gli esami scolastici
"Sul valore degli esami scolastici è stato detto tutto, eppure questa vera piaga dell'educazione continua a a viziare a tutti i livelli - queste espressioni non sono eccessive - i normali rapporti fra l'insegnante e l'alunno, compromettendo in tutti e due la gioia di lavorare e spesso anche la fiducia reciproca. I due difetti essenziali dell'esame sono, infatti, che in genere non conduce a risultati obbiettivi e che diventa fatalmente fine a se stesso [... ] L'esame scolastico non è obiettivo, in primo luogo perché implica sempre in parte il caso, ma anche e soprattutto perché è basato sulla memoria più che sulle capacità costruttive dell'alunno [...] l'esame scolastico diventa fine a se stesso perché è al centro delle preoccupazioni dell'insegnante invece di favorie la sua vocazione naturale, che è quella di svegliare le coscienze e le intelligenze, e orienta tutto il lavoro dell'alunno verso quel risultato artificiale che è la riuscita alle prove finali, invece di fare appello alla sua attività reale e alla sua personalità. Di conseguenza, la sola spiegazione del mantenimento degli esami è da ricercarsi nei fattori di conservatorismo sociale, ed a volte perfino di concorrenza, che impongono questi dispositivi di protezione ai gradi superiori della scolarità e quindi obbligano a generalizzarli fino ai gradi iniziali."J.Piaget