Per chi beve

Riportiamo una lunga citazione  da "La conquista dell'identità" di Giovanni Jervis, (Giangiacomo Feltrinelli editore Milano, 1997)

 E' noto (...) uno dei trucchi che l'alcolista escogita allo scopo di continuare a bere tranquillamente per tutta la serata.
Questa persona, anzitutto, a metà del pomeriggio decide che non berrà più. La sua decisione viene poi elaborata con crescente serenità e sicura determinazione. Sarà astemio. Si cala in questa sua progettualità, fino a farne un'identità: la sua nuova identità. Si rende conto che un lungo processo di tormentata presa di coscienza, durato anni,  è giunto infine al suo termine. Non beve più, è una persona nuova. Finalmente ha riacquistato un'autostima. E' felice, si sente forte. Da domani la sua vita sarà diversa. In fondo bastava volerlo.
A questo punto pensa che se per oggi beve ancora un po', ovviamente non è tanto grave.
La mattina dopo avrà dimenticato tutto.
Ma il seguito è più interessante. Se questo alcolista decide di aderire ad una associazione, che si chiama Alcolisti Anonimi, è molto probabile che troverà un atteggiamento opposto. Gli Alcolisti Anonimi sanno realmente il fatto loro.
Per prima cosa gli dicono ben chiaro che lui è un alcolista: infatti lo sono  anche loro. E anzi aggiungono sorprendentemente che, come loro, anche lui sarà sempre un alcolista: l'alcolismo non è una colpa perchè è una malattia, da cui per altro non si guarisce. Gli spiegano che potrà fare qualcosa per se stesso solo a partire da questa realtà, solo accettando che questa è la sua identità.
E' un discorso duro, ma il bello è che funziona. In primo luogo non è moralistico, quindi ha il grande pregio di ignorare buoni propositi e sentimenti di colpa. Poi è un invito a guardare la proprie identità vera, e non già quella sperata.