Imitatori
Le scuole finora non hanno cercato di adoperarsi ad educare le menti a germogliare dalle proprie radici come fanno gli alberi novelli, ma solo ad appropriarsi di ramoscelli colti altrove, insegnando a vestirsi delle altrui penne come la cornacchia di Esopo: nè si sono ingegnate le scuole di scoprire la fonte dell'intelligenza latente negli ingegni, ma di irrigare l'ingegno dei giovani con i ruscelletti degli altri.Ciò significa che non hanno mostrato le cose stesse, facendo vedere in che modo esistano da sè stesse e in sè stesse, ma ciò che intorno a questo o a quell'argomento abbia pensato o scritto un primo, un secondo, un terzo: cosicchè si è creduto che la massima istruzione consistesse nel tenere a mente opinioni discrepanti di molti, su molti argomenti. Di qui il fatto che i più non facevano che rimuginare dentro di sè, frasi, sentenze, opinioni estratte dai libri, affastellando così una scienza a foggia di centone. A costoro Orazio grida:" O imitatori, branco di bestie schiave".
Comenius (1650)