Mini critica di trauma

Masoni padova

Per una mini critica del trauma


Quel ragazzo malato di leucemia è morto perché anziché la chemioterapia erano state seguite le cure di un medico radiato dall’albo che teorizza che ogni malattia deriva da un cattivo rapporto mente corpo e da traumi che ledono quel rapporto.
Certe credenze andrebbero respinte con durezza e andrebbe smascherata la parte falsa di certe mezze verità.
La mezza verità qui è che ci sia un “rapporto” stretto fra mente e corpo. Ryle propose una bella analogia per combattere questa mezza idiozia: c’è chi distingue una squadra ( per es. di calcio) dal suo spirito di corpo, non capendo che quella squadra E’ lo spirito di corpo. Così come mente e corpo sono una nefasta distinzione costruita con parole: mente e corpo non sono “in rapporto”, sono la stessa cosa, per la quale forse val la pena di utilizzare un’altra espressione, per esempio essere vivente.
Ma l’idiozia peggiore sta nella sopravvalutazione e reificazione della parola “trauma”. Siamo davanti a una spudorata semplificazione meccanicistica. Come se gli esseri umani non sapessero dare agli eventi “traumatici” altro significato che quello imposto meccanicisticamante dalla parola “trauma” intesa nel suo senso zingarelliano più comune.
Occorre quindi ricordare:
1) Chiamare qualcosa “trauma” è una scelta, una decisone culturale e linguistica, l’inizio di un racconto evocato dalla parola che conduce , se la tua cultura si è imbevuta di ottocentismo, alle “conseguenze” che ci si aspetta da un trauma.
2) Se la tua cultura te lo permette, puoi chiamare un evento “trauma”, senza che vengano innescate le conseguenze narrativistiche di cui sopra.
3) Il nostro lessico è sterminato, utilizzane la ricchezza e trova altre parole, in luogo del malogeno “trauma”.