Il pietismo delle caste.

Masoni padova

Su Riina si sente parlare di dignità della persona, ci viene ricordato che il diritto non contempla la vendetta. Ci viene detto che il diritto ha raggiunto livelli più alti di quelli contemplabili dal senso comune, che lo Stato si nobilita grazie a queste conquiste. Che fastidiose arroganze degli strenui difensori della divisione del lavoro.
Lascio parlare Savigny, siamo nel Settecento, la giustizia inizia a separarsi dal pensiero comune, ah, i Lumi!!!
“In una civiltà in ascesa tutte le attività del popolo si separano sempre più e ciò che prima veniva esercitato in comune è demandato ora a speciali CETI (evidenziature mie). Appunto come un siffatto CETO ben distinto si presentano ormai anche i giuristi. Il diritto si perfeziona nel linguaggio, prende un indirizzo scientifico, e così come in passato viveva nella COSCIENZA DEL POPOLO, ricade ora nella coscienza dei giuristi, dalla quale ormai il popolo viene rappresentato in tale funzione. D’ora in avanti l’esistenza del diritto si fa più artificiale e complessa, assumendo una doppia vita: una prima in quanto parte dell’intera vita del popolo, cui non cessa mai di appartenere, una seconda in quanto scienza speciale nelle mani dei giuristi.”
In A.Mazzacane, Savigny e la storiografia giuridica tra storia e sistema.
La prima, in molti casi da molto tempo sta scomparendo, in altri resta, ma per benevolenza pusillanime.