Effetto Napoleone

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EFFETTO NAPOLEONE

 

 

Luigi è arrivato da noi in quarto anno.

Lo precedeva una fama, si fa per dire, di caso molto difficile, ai limiti dell’ingestibilità.

Di certo c’era solo l’ingestibilità di una madre che doveva aver passato non poche vicende molto tristi con quel figlio e che si è presentata all’incontro di inizio anno, presenti il coordinatore di classe, la docente di sostegno e la neuropsichiatra, minacciando tutti di stretto controllo sul nostro operato.

……Si era tutti abbastanza preoccupati, anche di reazioni imprevedibili, e non solo del ragazzo.

Non tutto è stato facile.

Nei primi tempi, Luigi appariva spento, afflosciato sulla seggiola come un grosso sacco vuoto, lo sguardo costantemente basso, presumibilmente sedato da dosi massicce di farmaci: difficile relazionarsi con lui, le poche parole, incomprensibili, uscivano a fatica e con un filo di voce. Confesso di aver fatto spesso fatica a capire cosa mi stesse dicendo e guardavo ammirata i suoi compagni di classe che, con grande naturalezza, ma con altrettanto rispetto per i suoi modi, riuscivano a poco a poco a penetrare questo muro invisibile: “Luigi, mi presti il libro?”, “ Luigi, ti sei dimenticato la giacca in laboratorio”, “ Luigi hai portato la quota per il cinema?” .

Tutto cominciava a diventare più normale: normale stare in classe, normale essere al proprio posto o spostarsi in un altro banco, normale uscire con l’insegnante per fare attività di approfondimento un po’ più adatta a lui, anche in preparazione di una verifica pianificata per l’intera classe.

Piccoli semi di un lavoro quotidiano, fili di una tela pazientemente ricucita giorno dopo giorno,tutti stavamo imparando da piccoli, naturali gesti quotidiani, con la spontanea lungimiranza di chi sa che occorre anche accettare i momenti di stallo, rinunciando al risultato, rispettando il vuoto apparente che spesso vuoto non è.

E’ il mistero della mente, e se cerchi di penetrarlo un po’ ti perdi, e anche un po’ ci si ritrova, spesso non da soli.

 

E il mistero della mente spesso si apre in squarci di conoscenza sorprendenti.

Vi racconto.

“Elena, dico all’insegnante di sostegno, mi piacerebbe che Luigi potesse fare una piccola interrogazione sul modulo su Parigi: ha seguito il nostro viaggio virtuale in Internet e gli era piaciuto moltissimo il film “Midnight in Paris”. Che ne dici?”

“ Certo! Ho già in mente cosa fargli preparare. Vedrai.” Bella e immediata sintonia: non c’è bisogno di tanti discorsi con Elena che ha grande esperienza.


Ci ritroviamo per l’interrogazione, Luigi con noi due insegnanti.

Ha preparato la sua interrogazione: una piccola mappa di Parigi che evidenzia i monumenti più significativi, un elenco dei monumenti che più lo hanno colpito.

La mia domanda in francese è accompagnata da qualche gesto che possano aiutarlo nella comprensione. Luigi segue e formula la sua risposta: un nome, una indicazione sulla carta, sono già dei successi.

“Non mi basta” penso e, come se fosse la cosa più logica del mondo, mi ritrovo ad avventurarmi in questo spazio-mente che si è forse un poco aperto tra di noi, e dico:

“ Senti Luigi, adesso stai attento perché ti faccio una domanda un po’ difficile… non so…

Beh, te la faccio ugualmente: lo vedi questo- dico indicando un monumento e Luigi mi risponde subito “Arc de Triomphe”- il personaggio storico che lo ha fatto costruire è così importante per la Francia, ma è venuto anche spesso in Italia per fare guerre e conquiste..

Chi è questo personaggio?”

Il suo timido “Napoléon” è arrivato dopo poco, lo sapeva, sì, era una conoscenza sua, nascosta chissà dove nella sua mente e richiamata a gran forza perché lo avevamo anche desiderato. Questo nome, pronunciato con un filo di voce, evocava la presenza del grande personaggio in tutta la sua magnificenza: era come se fosse arrivato lui, con tutta la sua presenza, a fare questa magia.

E’ contento Luigi, ha capito che è successo qualcosa di diverso.

 

Ho pensato a questa cosa a lungo e l’indomani, entrando nella classe di Luigi, non ho potuto non raccontarlo

“Ragazzi, ieri Luigi ha fatto un’interrogazione bellissima” dico e noto che c’è attenzione per le mie parole “e quando gli ho chiesto chi fosse il personaggio storico che ha voluto la costruzione dell’Arc de Triomphe, sapete cosa mi ha ris..” non faccio a tempo a finire la parola, che sento forte e chiaro “Napoléon” farmi eco.

I complimenti dei compagni valgono forse più del mio otto sul registro.  

A.A.