Convegno sull'affettività. Roma, Camera dei deputati, sala Aldo Moro

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Per chi fosse interessato, riporto l'abstract del mio intervento al convegno alla camera ( Sala Aldo Moro) a Roma il 12 giugno sull'educazione all'affettività per contrastare bullismo e violenza nelle scuola.

L'intervento completo è invece scaricabile nella sezione "testi scaricabili"

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Violenza e bullismo vengono oggi praticati perché questo può sembrare ad alcune ragazze e ragazzi l’unico modo per costruire e difendere una propria identità. Per essere cioè notati, pensati, additati, citati in un mondo che ti fa credere che solo così “esisti”.
L’educazione all’ “affettività” allora non può essere altro che fare in modo che ragazze e ragazzi scoprano che si può “contare”, “esistere”, per gli altri anche in assenza di manifestazioni trasgressive o devianti. L’ascolto, l’attenzione all’altro, a scuola o a casa, prestato come atteggiamento costante e non solo davanti a comportamenti che stupiscono e feriscono è la modalità principe di questa “educazione”. Potremmo addirittura affermare che i corsi sull’affettività sono utili (quando lo sono) non tanto per i loro contenuti, quanto per lo stile pedagogico “attento” agli allievi e alle allieve. La conclusione coerente allora è che la promozione a scuola di stili affettivi prosociali sia possibile formando gli insegnanti (di ogni disciplina) all’ascolto e promuovendo azioni politiche e tecniche tese a far rivedere e correggere l’attuale idea di gruppo classe (come già sta avvenendo in altri paesi). Le classi di oggi infatti – dato anche il loro numero di studenti e la richiesta di questi di attenzione e ascolto individuale- costringono a una omologazione disfunzionale ai nuovi bisogni di identità.