Ci fu chi vide subito l'idiozia dei test d'intelligenza

News thumb Walter Lippmann, allora giovane giornalista, riuscì a vedere attraverso i numeri di Terman 

(che, insieme ad altri, aveva importato negli Stati Uniti agli inizi del ‘900 i Test di Binet, , stravolgendone la funzione, ndr) il nocciolo del suo tentativo preconcetto (“misurare” l’intelligenza,ndr), e con moderata rabbia scrisse:

“Il pericolo dei test di intelligenza è che in un sistema educativo di massa, i meno sofisticati e i più prevenuti si bloccheranno dopo aver classificato, dimenticando che il loro dovere è educare. Classificheranno il bambino ritardato invece di combattere le cause della sua arretratezza. In quanto l’intera tendenza della propaganda, basata sui test di intelligenza, è trattare le persone con basso quoziente d’intelligenza come individui congenitamente inferiori e senza speranza.  (…)

“Se ciò fosse vero, la soddisfazione emotiva e materiale in serbo per il testista dell’intelligenza sarebbe molto grande. Se egli stesse realmente misurando l’intelligenza e se l’intelligenza fosse una quantità fissa ed ereditaria ( come si sosteneva, ndr), per lui significherebbe non solo dire dove collocare ogni bambino, a scuola, ma anche quali bambini potranno andare alla scuola superiore, quali all’università, quali a svolgere una professione, quali attività manuali e lavori ordinari. Se il somministratore di test mantenesse fede alle sue affermazioni, egli occuperebbe una posizione di potere che nessun intellettuale ha più sostenuto dal tracollo della teocrazia”  (…)

“Senza prestare attenzione a tutto ciò che intercorre tra il concepimento e l’età dell’asilo infantile, annunciano, sulla base di ciò che hanno estratto da poche migliaia di questionari, che stanno misurando la dotazione intellettiva ereditaria della razza umana. Ovviamente questa conclusione non proviene da ricerche. Ma è fondata sul proprio credo. E penso che per la maggior parte è stabilita inconsciamente (..) Se prende piede l’impressione che questi test misurano realmente l’intelligenza, che costituiscono una sorta di ultimo giudizio sulla capacità del bambino, che rivelano “scientificamente” la sua predestinata abilità, allora sarebbe mille volte meglio se tutti coloro che valutano l’intelligenza, con tutti i loro questionari, fossero affondati senza preavviso, nel mar dei Sargassi.”