Comantutapèl?

Comantutapel?

Nuovo libro di un membro del nostro gruppo, questa volta l'autrice è Anna Antonucci, insegnante di francese in una scuola superiore e conduttrice dei nostri corsi di rimotivzione. Il libro è in formato Kindle ( leggibile anche su pc, tablet ecc.) lo trovate in Amazon.

Per l'acquisto:

www.amazon.it/COMANTUTAPÈL-Studenti-francese-difficoltà-classe-ebook/dp/B00OD4JBO0?ie=UTF8&keywords=comantutapel%3F&qid=1462440976&ref_=sr_1_1&sr=8-1

COMANTUTAPE'L ?

Ne riportiamo la prefazione di Marco V.Masoni


Chi iniziasse a sfogliare con distrazione questo e-book potrebbe dire, con un tono di voce  "sufficiente":  siamo di fronte a uno dei tanti diari dell'insegnante, roba già vista.

Credo però che si sbaglierebbe, restando subito vittima di una piccola trappola: una sorta di pudore dell'autrice, una modestia tipica di chi pensa che sia un dovere far le cose "bene" e non semplicemente "farle". Questo libro è infatti molto più ricco di quanto possa sembrare ad occhi superficiali.

Il diario è forma classica, genere letterario ormai monumentalizzato, qui lo si utilizza con apparente leggerezza, e già vi  è implicito un messaggio: nella mia vita gli altri contano, tanto da reggere in piedi un documento per tradizione  autobiografico.

I piccoli eventi raccontati riguardano infatti più le vite degli altri che quella dell'autrice. Episodi, fatti, frasi, sguardi, leggerezze, piccole trasgressioni che altri non giudicherebbero degne di essere registrate. La differenza, ciò che rende importanti queste pagine, sta proprio qui.  Si dà peso a ciò che ad altri pare leggero.

Di questo è fatto il rispetto per l'altro. Qui, il rispetto per l'allievo.

Anna Antonucci sa sentire ciò che "sentono" le sue ragazze e i suoi ragazzi perché riesce a vedere il mondo con i loro occhi. Giudica la dimensione e il peso degli eventi con quel parametro così difficile da maneggiare: il metro dell'allievo.

Tutto ciò non sarebbe stato possibile se l'autrice si fosse limitata a una sorta di bontà deamicisiana, una bontà astratta, disponibile ovunque, che non rende conto delle specificità della storia.

Il libro si fonda invece, e lo si intuisce spesso, su posizioni teoriche adatte a questi tempi, tanto implicite quanto radicate e quindi capaci di  manifestarsi in modo pressoché automatico.

E, non essendo posizioni di senso comune, non mancano di colpire il lettore.

Molte di queste sono ancora ignorate da una parte della nostra scuola, provo a elencarne qualcuna, cogliendo i suggerimenti mimetizzati dell'autrice.

Il comportamento dell'altro è spiegabile tramite "ragioni", per lo più intelligenti, a volte perfino disperatamente intelligenti, anche quando l'osservatore che utilizza  gli occhiali di senso comune vede solo "immaturità", "mancanza di rispetto", "trasgressione", "maleducazione", " distrazione"...e perfino "dislessia", ed altre "..."ia" oggi iper-presenti.

"Mah, forse questo esercizio Pierluigi non riuscirà a farlo..." avevo pensato, preparando il primo test di francese per quella classe prima, l'ultima delle tante prime della mia vita di insegnante." (Pierluigi ha un DSA!)

[...]

"E oggi ho riconsegnato le verifiche, quella di  Pierluigi fra le migliori nella classe".

La ripetizione di comportamenti "disturbanti" è questione identitaria, e questi possono cadere se lo studente e la studentessa scoprono che ci si accorge di loro, che loro "esistono" anche quando non li mettono in atto.

Gli studenti dei nostri anni non possono rispettare gerarchie che non riescono a "vedere" e quindi conta più oggi la competenza dell'insegnante, che non il suo ruolo gerarchico.

La relazione oggi è il ponte attraverso il quale passano i saperi. Basta un tocco dell'autrice per suggerirlo:

                  "Dai, Sonia, vieni davanti, qui nei primi banchi"

                  "Se me lo dice lei, lo faccio"

Gli studenti dei nostri anni, disubbidiscono! E allora, relegata in una nota, compare questa fulminante riflessione:

Se "compenso" e "dispenso", per utilizzare il linguaggio degli addetti ai lavori, lo studente "speciale" sa che non potrà fallire.

Ma se sa che può sbagliare e che non è la fine del mondo, allora tutto è possibile.

La nostra insegnante-autrice insomma, che dichiara fin dalla premessa, il suo ingresso nel gruppo nutrito degli inseganti in crisi, ha visto la via d'uscita.

Guarda con gli occhi dell'insegnante nuovo, con i suoi attrezzi sofisticati, con  le competenze  adatte ai nostri anni ( si va in crisi perché il mondo cambia e noi si resta fermi). Questo è il diario di un importante cambiamento.

 

 

 

Marco Vinicio Masoni